Riccardo Forfori
Dinamici equilibri di pensiero
Catalogo della mostra Vincenzo Missanelli Opere 1983-2013: testo critico
Palazzetto Art Gallery (Roma), 19 aprile -20 maggio 2013
L’opera di Missanelli evidenzia sempre, alla vista del più acuto osservatore, elementi fortemente innovativi perché l’artista, da un lato, tende a sperimentare continuamente con accurata precisione un percorso di studio e di indagine che si mostra nel tempo inarrestabile, dall’altro, propone una partecipazione emotiva, una attiva interazione ed un coinvolgimento nella determinazione delle forme e dei colori che non possono prescindere dalle numerose valenze culturali insite in tutta la sua produzione.
Così la preziosità delle strutture geometriche di esagrammi cromatici, tensioni, dilatazioni e rotazioni non vuole definire semplicemente la limitatezza di uno spazio contenuto da forze in equilibrio ma intende determinare piuttosto il concetto stesso dello spazio come campo di attenzione.
E anche la scelta del cromatismo, ora contrapposto e invertito, ora preziosamente declinato in tonalità e gradazioni, non rimanda mai ad un concetto astratto di colore ma diventa sempre parte integrante della rappresentazione che si avvale proprio delle perfezioni geometriche per ipotizzare un campo d’intervento che abbia nell’opera stessa il suo limite e che prenda forza dall’opera stessa per superare detto limite.
Il lavoro di Missanelli, infatti, sempre puntuale nella sua ricercatezza formale, si rivela il punto di arrivo di un processo che è progetto intellettuale e, contemporaneamente, punto di partenza di una parabola espressiva inarrestabile, caratterizzato da potenti linee di forza e armoniose simmetrie che rendono le composizioni dinamiche anche quando l’equilibrio appare sinonimo di staticità. Profondamente contraddistinta da continua tensione, la produzione di questo artista, anche nei recenti piatti in ceramica o marmo, nella produzione pittorica, nello sviluppo scultoreo di strutture speculari o tensodinamiche, non sembra mai tradire le aspettative dell’osservatore, coinvolgendolo, con compiaciuta partecipazione, in un sistema complesso di emozioni in cui s’intrecciano alla sperimentazione più ardita e innovativa una dinamica classica della forma e un equilibrio perfetto del colore.
E sono proprio questa coraggiosa rappresentazione della forma e questo equilibrio del colore che, dapprima, legano indissolubilmente l’artista alla sua opera e, dopo, l’opera stessa allo spettatore, ammaliato e coinvolto nel tentativo di compiacersi di una composizione che va sempre letta oltre ogni apparenza formale, che tende naturalmente ad una sublime perfezione universale, a prescindere dal tempo, dalla storia, dallo spettatore chiamato ad osservare, anche dallo stesso artista.
Quelle di Missanelli sono sempre opere che presentano un’analisi strutturale complessa, ma detta complessità fa parte di un gioco stimolante che si muove tra la percezione visiva e il linguaggio espressivo, che veicola messaggi intenzionali e affida solo al significante il compito di indicare un significato.
Così tutte le diverse unità percettive che raffigurano l’opera costituiscono, spesso, un disegno strutturale complesso in cui vince sempre l’equilibrio, nella figura e nel cromatismo se si tratta di un’opera pittorica, nella forma e nelle dimensioni se abbiamo a che fare con la produzione scultorea.
La sperimentazione voluta dall’artista si rivela continuamente razionale, matematica nel suo progressivo sviluppo, e propone mirabili risultati estetici che evidenziano il valore aggiunto che ha l’opera di Missanelli rispetto a tante altre: proporre, attraverso la personale creatività delle forme, una logica di pensiero.